SFRUTTAMENTO E DEFORESTAZIONE
“L’Amazzonia è nostra, non vostra”. Con questa frase Jair Bolsonaro, neo eletto presidente del Brasile, ha risposto ad un’intervista di un giornalista europeo sostenendo che le potenze europee vogliono impedire al Brasile di sfruttare le risorse dell’immensa foresta amazzonica per poterlo fare loro in futuro. Con questo pretesto ha dato il via ad una politica volta allo sfruttamento e all’esaurimento delle risorse naturali amazzoniche, incentivando la deforestazione a scopo agricolo, rifiutandosi di concedere altra terra agli indigeni e concedendo migliaia di permessi per estrarre minerali preziosi.
Ma l’Amazzonia è davvero un serbatoio di risorse da sfruttare e prosciugare?
Un esempio che a noi fidei donum in Perù ci tocca da vicino è il progetto dell’Hidrovía Amazónica, voluto nel 2000 con lo scopo di collegare l’Oceano Atlantico con il Pacifico promuovendo lo sviluppo locale e regionale. In sostanza il progetto prevede di costruire una “autostrada fluviale” grazie alla quale le grandi navi da carico possano attraversare tutta l’Amazzonia, da oceano a oceano. Per fare questo molte zone del rio delle Amazzoni e dei suoi affluenti più importanti (río Huallaga, río Ucayali, río Marañon) verranno dragate rimuovendo banchi di sabbia, resti di alberi e altri detriti dai fondali per garantire una navigazione sicura tutto l’anno, dal momento che durante la stagione secca le grosse navi non riescono a percorrere le acque basse dei fiumi.
Questo progetto è stato oggetto di grandi critiche soprattutto da parte dei popoli nativi che vivono in quelle zone, poiché non esiste ad oggi uno studio serio sull’impatto ambientale e culturale che avrà il progetto. Quali danni potrebbe causare il dragaggio del fiume al delicato equilibrio naturale? E quale sarà il danno culturale per i popoli indigeni?
Lo sfruttamento è una logica tipicamente occidentale. Noi infatti siamo abituati a trasformare e valorizzare tutte le risorse naturali a disposizione per soddisfare i nostri bisogni e creare sempre più ricchezza, senza pensare che alle future generazioni rimarrà ben poco. Infatti ogni anno l’Earth Overshoot day (ovvero il giorno in cui l’umanitá consuma tutte le risorse naturali dell’intero anno) cade sempre prima nel calendario e così le risorse si assottigliano.
La logica che caratterizza invece il tessuto culturale e sociale dei popoli amazzonici è quella del dono, che implica un ricevere, ma anche un ricambiare. Ricevere dalla foresta il necessario per sopravvivere e ricambiare impegnandosi a non prendere più di quello che serve, nella consapevolezza che, come dice papa Francesco, tutto è interconnesso.
Se ammettessimo che in realtà l’Amazzonia non è “nostra” e ci lasciassimo guidare dalla saggezza dei popoli indigeni, forse potremmo ritardare l’Earth Overshoot day e consegnare ai nostri figli un pianeta in cui sia possibile vivere e non solo sopravvivere.
09 LO SFRUTTAMENTO (scarica qui)
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